Seconda fatica per i sassaresi EGON, uscita lo scorso dicembre su MizarElektricWaves.

Già dal primo ascolto di 100000km di vene si hanno subito due sensazioni: si ha come l’impressione di un disco già sentito, ma non per forza nel senso negativo del termine. Già sentito perché dà la sensazione di essere legato alla “tradizione” dell’indie italiano, quello sano, spontaneo, con cui posso dire di essere cresciuto. Anche l’alternare pezzi in italiano ed inglese fa un po’ parte di quel passato. Ed ecco che in un attimo riaffiorano alla mente Marlene Kuntz, Afterhours e Meganoidi (del secondo periodo).

La seconda sensazione è quella di essere davanti ad disco “vero”. Spontaneo. Questa malinconia dark che pervade ogni pezzo è la cosa che caratterizza maggiormente il disco sia quando il cantato è in italiano sia quando è in inglese ed è la caratteristica che personalmente apprezzo maggiormente dell’intero lavoro.

Siamo davvero di fronte a un buon disco rock vecchia maniera. In un periodo storico-musicale in cui le chitarre vanno scomparendo e si cerca il pezzo facile, un disco come 100000km di vene non è altro che una bella boccata di aria fresca.

Beardisc-rating-3,0

Ascoltatevelo

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